Sartirana - Ogni anno, nel cuore della Lomellina, il tranquillo borgo di Sartirana Lomellina si anima con un evento che unisce tradizione, gusto e convivialità: la Sagra della Rana. È una celebrazione sentita, radicata nella cultura contadina della zona, dove la rana – un tempo cibo povero – è diventata simbolo di identità locale.
Non potevo non farci un salto - perchè le rane non solo sono gustose, ma ricordano le passioni dei miei nonni, che tanti tanti anni fa, con la loro canna da pesca di bambù catturavano questi piccoli anfibi appartenenti all'ordine degli Anuri.
L’evento si svolge generalmente agli inizi di settembre, attirando visitatori da tutta la provincia di Pavia e non solo...
La sagra giunta alla sua 53°edizione, si è svolta nel giardinetto estivo di via Roma, completamente riparato da tensostrutte che hanno creato immediatamente un’atmosfera suggestiva tra luci, musica e il profumo invitante dei piatti cucinati al momento.
Protagonista indiscussa del menù è, naturalmente, la rana fritta, per meglio definirle "le rane dorate all'Angiolina" croccanti e gustose, servite calde nei tradizionali piatti di carta e con delle originalissime tovagliette dedicate per l'occasione con inserito all'interno un cruciverba per grandi e piccini.
La ranocchia dice: Risolvi il cruciverba e scopri dove puoi venire a salutare!
Ma non sono mancate alternative per tutti i gusti: risotto con fegatini di rana, polenta e spezzatino, polenta e rane, salumi locali sotto grasso, dolci tipici a forma di rane e vini della zona.
Oltre al cibo, la sagra ha offerto serate danzanti, musica dal vivo e mercatini artigianali.
È stata un’occasione per ritrovarsi, per riscoprire le radici e per far conoscere anche ai più giovani un pezzo di storia gastronomica ormai raro.
Gli organizzatori, spesso volontari del paese, lavorano mesi per garantire un evento ben riuscito, curando ogni dettaglio con passione. "E naturalmente la ricetta della frittura delle rane è segreta, creata da cuoche sartiranesi che custodiscono la loro ricetta con amore - mi ha confessato Alex un volontario della sagra".
La sagra non è solo una festa, ma un patrimonio culturale condiviso, dove passato e presente si incontrano tra sorrisi, chiacchiere e buon cibo.
La passione e la volontà che ci mettono tutti è unica!
Chiunque ha partecipato alla sagra della "Rana di Sartirana" non la dimentica facilmente: è un’esperienza autentica, fatta di sapori veri e di un’accoglienza calorosa che solo i piccoli paesi sanno offrire.
Con tanta dolcezza e tanti biscotti a forma di rana
Video "A Pesca di rane"
tratto da: Archivio Storico Luce
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Simona
Ravasi, giornalista iscritta all’ordine dei giornalisti, graphic
designer, fotografa, presentatrice e moderatrice di eventi.
Lavora
per il settimanale:“L’Informatore vigevanese”.
Per passione si dedica
alla ricerca di eventi e novità in ambito culturale.
L’artista sabato 13 settembre sarà presente con il suo piccolo laboratorio-gazebo alla"Festa di fine Estate" dalle 19 alle 24 in via Cesare Battisti a Vigevano, per mostrarvi tante creazioni.
L'artista Roberta Ariotti con le sue originali creazioni
Vigevano - Nel cuore di una festosa casa allestita, tra colori vivaci, pennelli consumati e profumo di creatività nascono le “Bertine”, simpaticissimi vasi dipinti a mano che portano la firma di Roberta Ariotti, un’artista vigevanese dal talento raro e dalla sensibilità straordinaria.
Roberta ha trasformato una passione coltivata in silenzio per anni in una forma d’arte autentica e riconoscibile. Ceramica, vetro, plastica, creati con soli materiali di riciclo come vecchi vasi, bottiglie, tazze, piattini, teiere, caraffe, ormai dismessi e pronti per essere cestinati. Li fa rivivere trasformandoli in pezzi unici, anche su richiesta e personalizzati! Crea volti: a volte sorridenti, altre volte assorti, malinconici o sognanti...
Sono espressioni che sembrano vivere, parlano,
raccontano frammenti di anime. Dipinti con colori acrilici e trattati in modo da essere resistenti all'acqua.
Ma da dove nasce il nome “Bertine”? Ce lo racconta lei stessa con un sorriso: “È un gioco di parole affettuoso con il mio nome, Roberta. Volevo dare un nome che suonasse familiare, quasi intimo, come se ogni vaso avesse una personalità e un’identità.
Le ho chiamate Bertine perché mi sembrano delle piccole versioni di me - ma anche delle compagne silenziose che abitano gli spazi con discrezione e carattere".
La scelta del vaso non è casuale. Per Roberta, il vaso è un simbolo di accoglienza e di interiorità. È un contenitore che può custodire vita –fiori, piante – ma anche idee, ricordi, emozioni. Un sentimento profondo che va oltre...
Alcune delle eleganti opere dell'artista, realizzate in raffinati vasi, sono frutto di speciali commissioni. A richiederle sono stati un avvocato e una dottoressa, desiderosi di arricchire la propria abitazione con creazioni uniche. Le forme e i colori scelti riflettono il gusto e la personalità dei committenti.
Ogni
vaso è pensato come un elemento decorativo e simbolico all'interno
degli spazi domestici. L’arte, così, entra nella quotidianità,
trasformando la casa in un luogo ancora più armonioso e ispirato.
“Rappresentare dei volti sui vasi, commenta - è come dare un’anima a un oggetto altrimenti muto. Mi piace pensare che ogni Bertina trovi il suo posto in una casa e porti con sé una presenza - quasi come un piccoloamuleto emotivo”.
Le Bertine hanno iniziato a circolare sui social, in mostre locali, in piccoli mercatini artigianali e hanno rapidamente conquistato l’attenzione di un pubblico affezionato, colpito dalla forza espressiva e poetica di questi oggetti ornamentali.
Sabato 13 settembre sarà presente con il suo piccolo laboratorio-gazebo alla "Festa di fine Estate" dalle 19 alle 24 in via Cesare Battisti a Vigevano, per mostrarvi tante novità.
Roberta non si definisce una ceramista, né una pittrice: si considera piuttosto una “raccontastorie visiva”. Ogni Bertina nasce da uno stato d’animo, da un ricordo, da una fotografia, da una persona incontrata o solo immaginata.
Non c'è produzione in serie: ogni pezzo è irripetibile
Le Bertine non sono solo vasi. Sono sguardi da incontrare, storie da ascoltare, piccoli specchi in cui riconoscersi. E Roberta, con le sue mani e il suo cuore, riesce a dar loro (voce).